ROBOTICA
Prostatectomia radicale robotica
L'asportazione della prostata ed il ripristino della continuità funzionale tra la vescica e l'uretra
Prostatectomia: patologia trattata e note generali
L'utilizzo sempre più diffuso della chirurgia robot assistita nella patologia tumorale della prostata è giustificato dagli indiscutibili vantaggi offerti dalla robotica. La complessa posizione anatomica della ghiandola all'interno della pelvi, infatti, rende l'intervento tradizionale o laparoscopico spesso molto difficile per l'esiguità dello spazio chirurgico. L' ingrandimento dell'immagine, la miniaturizzazione degli strumenti e la precisione del gesto chirurgico garantiscono il rispetto delle strutture anatomiche e funzionali. Il paziente pertanto ha un rapido decorso post operatorio (riduzione delle incisioni chirurgiche e del dolore post operatorio, dimissione dopo 72 ore dall'intervento) e un veloce recupero della propria vita di relazione.

Come si effettua l'intervento
L'intervento prevede due fasi:
1) Tempo demolitivo
Si esegue la rimozione dei linfonodi che drenano la linfa proveniente dalla prostata in caso di tumori mediamente o estremamente aggressivi e successivamente si provvede alla rimozione della prostata partendo dal collo vescicale proseguendo fino all'apice della ghiandola. Il tratto di uretra all'interno della prostata (uretra prostatica) viene asportata contestualmente.
2) Tempo ricostruttivo
Tramite dei fili di sutura riassorbibili con un tempo di durata sufficiente affinché si consolidi la cicatrizzazione dei tessuti si confeziona "l'anastomosi " tra vescica e uretra. Per anastomosi chirurgica (gr. ἀνὰ e στόμα, imboccatura) si intende un tipo particolare di sutura che unisce, abbocca, due visceri cavi in modo da renderli comunicanti. Terminata questa fase si posiziona il catetere vescicale che garantisce il drenaggio della sutura e quindi la corretta cicatrizzazione. Da circa un anno, condividendo l'esperienza con diversi centri europei, non posizioniamo nessun drenaggio chirurgico e rimuoviamo il catetere vescicale dopo 3 o 5 giorni dalla data dell'intervento. Questo tempo è certamente il più delicato in quanto la corretta ricostruzione dei piani fasciale e muscolare condizionerà sia il tempo di permanenza del catetere vescicale che il recupero precoce della continenza urinaria post-operatoria.

Dettagli operatori
L'intervento viene condotto in anestesia generale e richiede un ricovero di tre notti.

Approfondimenti
In evidenza
Preservare l'erezione e la continenza urinaria dopo un intervento di prostatectomia
La precisione e l'accuratezza della chirurgia robotica garantisce, quando reso possibile dalle caratteristiche del tumore, di preservare strutture e di ricostruire i sistemi anatomici e funzionali. Grazie all'uso di una telecamera che ingrandisce l'immagine anatomica, durante la procedura robotica è possibile risparmiare i nervi erigentes, dei fasci vascolo nervoso che permottono l'erezione nel maschio. La tecnica preserva i fasci mono o bilateralmente consentendo, soprattutto in uomini al di sotto dei 65 anni, un ripresa precoce dell'erezione. Questo è possibile solo nel caso in cui non si abbia un sospetto clinico di infiltrazione del tumore del fascio vascolo nervoso. Inoltre con il robot è possibile salvaguardare anche la continenza urinaria. Questa è garantita dall'integrità di una complessa struttura fibro-muscolare che àncora gli organi pelvici stabilizzandone la reciproca posizione. La chirurgia robotica consente sia di preservare queste strutture sia di garantire una adeguata lunghezza del moncone uretrale. Questi due fattori sono alla base del precoce recupero della continenza urinaria.
In evidenza
Le sedi delle incisioni: confronto tra chirurgia robotica e chirurgia open
Il paziente viene adagiato sul lettino operatorio e posizionato con il capo in basso e la testa in alto (posizione di Trendelemburg). Si eseguono sull'addome cinque o sei piccole incisioni (una per la telecamera, tre per gli strumenti operatori, uno o due per l'assistente) attraverso cui verranno inseriti gli strumenti robotici (fig.1). Diversamente da quanto avviene con la prostatectomia tradizionale “a cielo aperto” in cui si effettua una incisione chirurgica lungo la parete anteriore dell'addome (fig.2), le incisioni effettuate con il robot comportano cicatrici minime. Questo significa, per il paziente, minori perdite ematiche e di conseguenza minor rischio di trasfusioni ed infezioni, minore dolore postoperatorio, con un minore bisogno di assumere farmaci antidolorifici ed una degenza ospedaliera più breve.


Le domande frequenti
Focus sull'intervento: il video della linfoadenmectomia
I pazienti dicono
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